La collezione di autocarri da guerra del Museo sulla rivista di ASI

21 Febbraio 2022

È stato da poco pubblicato sulla rivista periodica curata dalla Commissione Storia e Musei di ASI Automotoclub Storico Italiano, un contributo a cura di Enrico Finazzer (membro del Consiglio direttivo del Museo della Guerra e autore di numerose pubblicazioni) e Davide Zendri (Conservatore delle collezioni presso il Museo) relativo agli autocarri italiani che fanno parte della collezione di mezzi militari conservata dal Museo della Guerra di Rovereto.

Tra i 60 veicoli oggi conservati nei depositi vi sono infatti numerosi esemplari che ben rappresentano lo sviluppo della motorizzazione del Regio Esercito nel corso del XX secolo e che sono entrati a far parte del patrimonio del Museo attraverso importanti donazioni e acquisizioni.

Nell’articolo pubblicato da ASI vengono brevemente descritti alcuni mezzi di grande interesse storico a partire dal FIAT 15ter prodotto tra il 1913 e il 1922, di cui il Museo conserva uno chassis didattico utilizzato nei corsi di guida militari. Vi sono poi l’autocarro leggero SPA CL 39, ampiamente utilizzato durante la Seconda guerra mondiale come anche il Bianchi Miles, conservato nella rara versione autobagno in dotazione alle Sezioni di Bonifica per la guerra chimica. Infine, l’autocarro OM Taurus nella versione telonata per il trasporto truppe in uso fin oltre gli anni ’50 e un Alfa Romeo T430 prodotto in poche centinaia di esemplari e conservato nella versione a cassone aperto privo di telone.

Grazie alla sua ricca collezione di mezzi storici, il Museo della Guerra figura tra i musei segnalati sul sito web di ASI, con una pagina dedicata e ha collaborato in altre occasioni con la rivista periodica rivolta a soci e appassionati. Nella rivista n.3 del 2020 ad esempio, si trova un articolo sempre a cura di Davide Zendri, dedicato alle motociclette militari conservate al Museo. Di prossima pubblicazione anche un contributo sui mezzi militari degli Alleati utilizzati nella Seconda guerra mondiale.

 

>> Leggi l’articolo sul sito di ASI o scaricalo in versione pdf.