Camminando nella grande Guerra | La Forra del lupo
Un suggestivo percorso che dallâaltopiano di Folgaria conduce al Forte Dosso delle Somme, affacciato sulla Valle di Terragnolo: la Forra del Lupo Ăš l’itinerario che vi suggeriamo nella rubrica “Camminando nella Grande Guerra”, curata da il Dolomiti in collaborazione con il Museo della Guerra.
A strapiombo sulla valle di Terragnolo, lâitinerario offre un paesaggio mozzafiato, senza particolari difficoltĂ tecniche. Partendo dal paese di Serrada (1250 metri di quota), sullâaltopiano di Folgaria, il percorso attraversa i trinceramenti austro-ungarici fino a raggiungere il Forte Dosso delle Somme (1670 metri di quota), fra le principali strutture di difesa costruite dal Genio imperiale a ridosso del conflitto italo-austriaco. Ă unâescursione gradevole e con qualche tratto impegnativo, quella che attraverso la Forra del Lupo giunge alla base del forte austriaco. Lunga 4 chilometri e percorribile in due ore circa, puĂČ essere effettuata principalmente da aprile a ottobre, evitando lâinverno. Consigliabile, come specificato in principio dal cartello esplicativo allâinizio del percorso, Ăš lâutilizzo del casco protettivo nel tratto della Forra, la gola alla metĂ circa della camminata che dĂ il nome allâintero itinerario.
Una lunga trincea, sovrastante le falesie per lâarrampicata, inaugura il percorso, portando gli escursionisti ad una bella foresta di faggi. Lasciata lâauto in localitĂ Cogola, nei pressi di un omonimo ristorante, il primo tratto contiene in sĂ© buona parte della fatica. Arrampicato sul crinale della montagna, il sentiero segue poi il lungo percorso trincerato senza grandi strappi di salita.
Tanti sono gli spunti dâinteresse per gli appassionati di storia. Recuperato nel 2015 grazie al prezioso lavoro del Gruppo volontari Forra del Lupo, delle sezioni Ana di Serrada e di Terragnolo e dello Sporting Club Serrada, il percorso trincerato ospita non solo i manufatti austro-ungarici del conflitto; lungo il sentiero, infatti, delle fotografie dellâepoca permettono agli escursionisti di immedesimarsi nel paesaggio dâallora. Un paesaggio reso scarno dalle esplosioni e dai tagli delle piante, fatto di una quotidianitĂ dura, di freddo, dâattesa e di stenti.