Camminando nella grande Guerra | La Forra del lupo

26 Aprile 2022

Un suggestivo percorso che dall’altopiano di Folgaria conduce al Forte Dosso delle Somme, affacciato sulla Valle di Terragnolo: la Forra del Lupo Ăš l’itinerario che vi suggeriamo nella rubrica “Camminando nella Grande Guerra”, curata da il Dolomiti in collaborazione con il Museo della Guerra.

A strapiombo sulla valle di Terragnolo, l’itinerario offre un paesaggio mozzafiato, senza particolari difficoltĂ  tecniche. Partendo dal paese di Serrada (1250 metri di quota), sull’altopiano di Folgaria, il percorso attraversa i trinceramenti austro-ungarici fino a raggiungere il Forte Dosso delle Somme (1670 metri di quota), fra le principali strutture di difesa costruite dal Genio imperiale a ridosso del conflitto italo-austriaco. È un’escursione gradevole e con qualche tratto impegnativo, quella che attraverso la Forra del Lupo giunge alla base del forte austriaco. Lunga 4 chilometri e percorribile in due ore circa, puĂČ essere effettuata principalmente da aprile a ottobre, evitando l’inverno. Consigliabile, come specificato in principio dal cartello esplicativo all’inizio del percorso, Ăš l’utilizzo del casco protettivo nel tratto della Forra, la gola alla metĂ  circa della camminata che dĂ  il nome all’intero itinerario.

Una lunga trincea, sovrastante le falesie per l’arrampicata, inaugura il percorso, portando gli escursionisti ad una bella foresta di faggi. Lasciata l’auto in localitĂ  Cogola, nei pressi di un omonimo ristorante, il primo tratto contiene in sĂ© buona parte della fatica. Arrampicato sul crinale della montagna, il sentiero segue poi il lungo percorso trincerato senza grandi strappi di salita.

Tanti sono gli spunti d’interesse per gli appassionati di storia. Recuperato nel 2015 grazie al prezioso lavoro del Gruppo volontari Forra del Lupo, delle sezioni Ana di Serrada e di Terragnolo e dello Sporting Club Serrada, il percorso trincerato ospita non solo i manufatti austro-ungarici del conflitto; lungo il sentiero, infatti, delle fotografie dell’epoca permettono agli escursionisti di immedesimarsi nel paesaggio d’allora. Un paesaggio reso scarno dalle esplosioni e dai tagli delle piante, fatto di una quotidianità dura, di freddo, d’attesa e di stenti.

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