Vietnam dimenticato: dall’8 maggio una nuova mostra al Museo

19 Aprile 2024

Il Museo della Guerra dedica una mostra all’esperienza dei volontari italiani nella Legione straniera in uno dei teatri di guerra più complessi del Novecento. 

Il 7 maggio 1954, dopo quasi dieci anni di scontri feroci, la battaglia di Ðiện Biên Phủ sanciva la sconfitta della Francia in quella che fino ad allora era chiamata Indocina. Terminava così quella che i francesi chiamavano “la sale guerre”, ovvero “la sporca guerra”.

Nel giorno del settantesimo anniversario di quei fatti, il 7 maggio 2024, il Museo della Guerra inaugura una mostra temporanea dedicata ad un particolare aspetto di quella vicenda, che vide protagonisti insieme a uomini francesi, vietnamiti e di altre nazionalità, anche molti italiani.

Il Vietnam dimenticato. Legionari italiani in Indocina 1946-1954” è il titolo della mostra che troverà spazio all’interno del Museo Storico Italiano della Guerra e che introduce al tema, molto complesso, della partecipazione italiana ad una delle “guerre di decolonizzazione”.

Sulla guerra di Indocina e sul successivo intervento americano in Vietnam si è scritto e si continua a scrivere molto. Tuttavia, la presenza di italiani nella Legione straniera francese in Indocina è poco nota.

Gli italiani che combatterono nella Legione straniera francese in Indocina furono tra i 7 e i 10.000; circa 1.300 morirono in azione, per le ferite o per le malattie. Centinaia rimasero mutilati o riportarono traumi psicologici gravissimi; altri sopravvissero nei campi di prigionia e furono rimpatriati solo molti mesi dopo.

La loro esperienza è stata a lungo rimossa dalla memoria storica del nostro Paese, ma il loro racconto, oltre a documentare uno dei conflitti che flagellò il Sud-Est asiatico, offre uno spaccato dell’Italia post-bellica e apre una riflessione sulla pervasività del fenomeno del “volontarismo” nei conflitti del Novecento. La loro è una storia di “sconfitti” sul campo o socialmente. Una vicenda “scomoda” a lungo rimossa dalla memoria pubblica, anche per motivi politici.

Il lavoro che ha portato a questa mostra fa luce sull’esperienza di uomini coinvolti in una guerra feroce e spietata. Un conflitto che ha avuto un impatto devastante sulla popolazione locale ma anche sui combattenti. In mostra saranno esposti immagini e materiali messi a disposizione da familiari dei legionari coinvolti nel conflitto. Numerose le fotografie e le testimonianze – che entreranno a far parte stabilmente del patrimonio conservato dal Museo – raccolte in gran parte dal giornalista Luca Fregona, da anni appassionato studioso della vicenda dei legionari italiani, alla quale ha dedicato alcune pubblicazioni. Insieme alle foto, che provengono da 16 diversi archivi personali e di famiglia, a documentare l’esperienza dei soldati volontari nella Legione straniera francese ci saranno testimonianze autobiografiche e alcuni oggetti e documenti provenienti dalle collezioni del Museo.

Le testimonianze autobiografiche e le fotografie realizzate dai legionari permettono di indagare motivazioni e aspettative, ma anche trasformazioni e riletture. Tuttavia, la narrazione è inevitabilmente parziale, segnata da omissioni, giustificazioni, forme di autocensura. La brutalità del conflitto non appare nelle fotografie e emerge solo nei diari.

La mostra si inserisce in un più ampio progetto di ricerca dal titolo “Returning Foreign Fighters (ReFF). The Demobilisation of Italian Transnational War Volunteers, 1860s-1970s” condotto dall’Università di Trento insieme all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e all’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, con la collaborazione del Museo di Rovereto. L’unità di ricerca basata a Trento si sta occupando nello specifico delle vicende dei legionari rimpatriati dopo le esperienze in Indocina e Algeria e i ricercatori incaricati avranno accesso ai materiali d’archivio conservati dal Museo.

La mostra, che aprirà il 7 maggio a Rovereto, sarà realizzata con il supporto di Athesia Verlag e con il contributo di Provincia autonoma di Trento, Università degli studi di Trento, Comune di Rovereto.