Camminando nella Grande Guerra | Dalle Tofane al Pasubio, esplosioni ad alta quota

29 Marzo 2022

In questo approfondimento di Camminando nella Grande Guerra, rubrica del Dolomiti in collaborazione con il Museo della Guerra di Rovereto, affronteremo alcuni episodi della cosiddetta “guerra di mine”. Sul fronte trentino, infatti, il conflitto fu combattuto anche con il piccone e la gelatina, nel tentativo di scavare la roccia sotto il nemico e di farlo saltare in aria

“Il 1916 segnò il trionfo del barocco in montagna, che acquistò la quarta dimensione: lo sprofondamento. Accadde con la guerra sotterranea: fra tutte le forme del combattere, la più scientifica, la più ingegneristica, la più tecnologica, la più visionaria, la più potente, la più roboante, la più primordiale, la più cupa, la più costosa, la più sproporzionata, la più inutile” (da La guerra verticale. Uomini, animali e macchine sul fronte di montagna 1915-1918 di Diego Leoni).

Castelletto della Tofana, Dente italiano del Pasubio e Lagazuoi. Ma non solo. La “guerra delle mine” rappresentò sul fronte trentino-tirolese uno dei tanti campi in cui Esercito regio ed Imperial-regio esercito si misurarono, con grande investimento di uomini, mezzi e risorse. Stabilito il fronte, a pochi mesi dalla dichiarazione di guerra italiana all’Austria-Ungheria, i due schieramenti si trovarono infatti impantanati in una guerra di posizione estenuante; una guerra – come scrive lo storico roveretano Diego Leoni nel suo La guerra verticale – “di lavoro, di sistema”, “tentacolare, totale, onnivora, autoreferenziale, barocca, mai combattuta prima e mai più dopo, intreccio di iperboli e paradossi”.

Una guerra, tra le altre cose, che mise in campo tutte le conoscenze e le competenze scientifiche, nel tentativo di sconfiggere il nemico. La guerra di mine, cioè l’utilizzo dei minatori per scavare cunicoli nei sistemi difensivi avversari da riempire d’esplosivo, ne rappresentò un volto. Distruttivo e spettacolare, estremamente impattante sul morale degli uomini coinvolti come del territorio, sconvolto dalle tremende esplosioni. Nondimeno, essa non fu prerogativa della Grande Guerra, né men che meno fu inventata con questo conflitto, il più terribile che l’umanità avesse mai vissuto fino a quel momento.

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