Progetti e novità: il Museo presenta il programma dei prossimi mesi
A pochi mesi dall’insediamento del nuovo Consiglio Direttivo, il Presidente Oswald Mederle fa il punto sulle attività in corso e su alcune significative novità. La conclusione del cantiere di restauro del Castello apre infatti molte possibilità sulla riorganizzazione del percorso di visita e sul miglioramento dell’accessibilità del Museo.
Si sta lavorando anche allo sviluppo di una nuova identità visiva del Museo, più aderente alla molteplicità delle attività che lo contraddistinguono.
La prima novità, che non sarà sfuggita ai cittadini roveretani più attenti, è lo smantellamento di una parte consistente del cantiere di restauro del Castello che da anni nascondeva alla vista le facciate perimetrali e comprometteva l’aspetto di uno dei monumenti più importanti della città. In queste settimane infatti, la ditta incaricata dei lavori compresi nel VI lotto del progetto di restauro, condotto dalla ditta Bronzini Restauri e voluto dal Comune di Rovereto con la supervisione della Soprintendenza ai Beni Culturali della Provincia di Trento, sta smontando le impalcature utilizzate per effettuare il restauro delle murature perimetrali esterne, che ne ha valorizzato l’aspetto e ne consentirà una migliore conservazione. La prossima conclusione del cantiere permetterà di avviare progettualità anche per l’area esterna del fossato, la cui fruizione è inibita dal 2000.
Proseguirà ancora per qualche settimana, invece, il cantiere posto all’interno del cortile del Castello e che riguarda i lavori di restauro e riqualificazione degli spazi prima adibiti ad archivio e biblioteca: questi torneranno nella disponibilità del Museo come spazi museali, permettendo di integrare nel percorso di visita permanente in maniera strutturale temi legati alla dittatura fascista e all’esperienza coloniale, fino al secondo conflitto mondiale.
Nel momento in cui anche il fossato ed il cortile torneranno disponibili, verranno a crearsi le condizioni per il progetto di sdoppiamento del percorso di visita, differenziando così la visita al Museo da quella al Castello. Una decisione che consentirà ai visitatori di scegliere il percorso di visita in base ai propri interessi e al tempo a disposizione. L’ampliamento delle esposizioni avvenuto negli ultimi anni ha portato infatti il museo di Rovereto a competere in termini di qualità ed estensione degli allestimenti con i maggiori musei storici italiani, con una conseguente dilatazione dei tempi necessari a svolgere una visita completa. Per questo, oltre alla creazione di punti di sosta e di ristoro, si lavorerà per dare la possibilità di scegliere se accedere all’intero percorso o preferire invece la visita alle collezioni permanenti del Museo (che già ora richiede almeno un’ora e mezza) o ai soli spazi del Castello, cunicoli terrapieno e torrioni, finalmente valorizzati al termine del restauro con un itinerario in potenza indipendente. Sarà organizzato nei prossimi mesi un momento di presentazione alla città dell’intero progetto di restauro che negli ultimi 20 anni ha interessato il castello.
Tra i progetti già avviati e che avranno conseguenze concrete a breve termine sulla qualità della visita anche per il pubblico con disabilità, c’è quello che riguarda il miglioramento dell’accessibilità cognitiva e sensoriale alle collezioni. A breve verranno infatti presentati i risultati di un progetto condotto grazie ad un contributo di Fondazione Caritro che sta portando alla realizzazione di alcuni strumenti utili alle persone con disabilità uditive o visive che intendono accedere al Museo o fruire dei suoi contenuti anche da remoto. Il progetto, realizzato in collaborazione con ENS Ente nazionale sordi sezione di Trento e la cooperativa sociale Abilnova, sarà presentato alla stampa nelle prossime settimane. Rispetto al tema dell’accessibilità fisica invece, gli ostacoli restano ancora molti, anche se il Museo ha già avviato e sviluppato progettualità che son state ammesse a contributo da parte della Provincia autonoma di Trento e che sono ora in attesa di ottenere tutte le autorizzazioni di legge: tali interventi, se autorizzati, potrebbero consentire dal 2026 l’accesso al Museo anche ai visitatori con disabilità motoria.
Grazie agli ottimi riscontri ottenuti con le due mostre temporanee attualmente allestite al Museo, entrambe verranno prorogate. “Vietnam dimenticato”, la mostra dedicata ai legionari italiani in Indocina tra il 1946 e il 1954 ha aperto uno squarcio su una vicenda poco nota che ha però suscitato un grande interesse sia in termini di visitatori che di contatti. Molti infatti sono stati in questi mesi i messaggi inviati da famigliari di legionari che hanno riconosciuto al Museo il merito di aver restituito completezza al racconto, grazie al lavoro già intrapreso dal giornalista Luca Fregona. La mostra rimarrà dunque visitabile fino alla fine dell’estate del 2025.
Nel caso dell’esposizione dedicata alla Seconda guerra mondiale “1943. La scelta”, che doveva concludersi l’8 settembre di quest’anno, la scelta è quella di integrarla nel percorso di visita, in attesa che venga realizzata la sezione permanente che prenderà avvio dagli anni del primo dopoguerra e si spingerà oltre la Seconda guerra mondiale.
L’interesse del pubblico, in particolare quello delle scuole che nello scorso anno scolastico ha raggiunto i 25.000 visitatori tra studenti e insegnanti, per questi temi e l’apprezzamento registrato per l’approccio adottato nell’esposizione, quello cioè di raccontare dal basso le storie dei singoli per restituire la complessità delle vicende italiane del 1943, hanno portato a rendere stabile l’apertura della mostra per i prossimi mesi. Una specie di finestra aperta su un periodo che verrà affrontato in modo più organico e coerente con il resto del percorso di visita nel progetto di riallestimento che sta per essere avviato.
Il Museo ha avviato anche un’ampia riflessione sui suoi valori identitari e sul suo ruolo culturale e sociale, che si fonda su un approccio critico alla storia dei conflitti, senza fermarsi al passato.
In vista degli sviluppi futuri del percorso di visita che si spingeranno ben oltre la Prima guerra mondiale e della composizione eterogena del pubblico al quale si rivolge – con una presenza sempre più consistente di famiglie – il Museo ha scelto di farsi affiancare da un’agenzia di comunicazione per sviluppare una nuova identità narrativa e rinnovare la sua identità visiva: un cambiamento che ha lo scopo di offrire un’immagine del Museo più aderente alla molteplicità delle sue attività e di dotarsi di nuovi strumenti di comunicazione adatti a coinvolgere i diversi pubblici, sperimentare nuovi linguaggi e aprirsi alla collettività. L’agenzia incaricata, la Hg Blu di Trento, sta dunque lavorando sulla nuova brand identity del Museo sia con il Consiglio direttivo che lo staff interno, in un percorso che porterà gradualmente a ridefinire le linee di comunicazione e ad adottare una nuova immagine grafica che verrà presentata all’inizio del prossimo anno.
Sono dunque mesi di lavoro molto intenso quelli che attendono il Museo e che, si auspica il Presidente Mederle, potranno aprire un nuovo corso nella storia centenaria dell’istituzione.