Grande Guerra: l’Europa in Trentino e l’incontro con l’Altro
La storia dei soldati bosniaci arruolati nell’esercito austro-ungarico nella Prima guerra mondiale e arrivati sul fronte trentino è al centro di un progetto condotto da Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa e sostenuto dalla Fondazione Caritro.
Grazie alla partnership con il Museo della Guerra di Rovereto e le associazioni Deina Trentino, Viaggiare i Balcani ed Extinguished Countries, la ricerca si propone di approfondire una particolare esperienza storica di incontro tra Trentino ed Europa sud-orientale e centro-orientale, sviluppando il precedente progetto “Gli ultimi della Grande Guerra”, dedicato ai prigionieri di guerra degli eserciti russo, serbo e rumeno che a migliaia abitarono le vallate trentine durante la Grande Guerra.
Le testimonianze della Prima guerra mondiale in Trentino risultano infatti ricche di relazioni con persone venute da territori lontani, portatrici di diverse lingue, culture e religioni, trasferite verso il fronte italo-austriaco come soldati, lavoratori, prigionieri di guerra.
Obiettivi del progetto sono di recuperare la memoria di questi intrecci per andare alle radici del multiculturalismo europeo e proponendo una lettura dei fatti della Prima guerra mondiale in senso transnazionale.
I risultati della ricerca confluiranno in diversi strumenti e materiali rivolti a studenti, pubblico locale e turisti in visita in Trentino. È in programma la realizzazione di un podcast, un incontro divulgativo ospitato al Museo della Guerra di Rovereto, iniziative di turismo culturale in Trentino, laboratori nelle scuole e pubblicazioni.
Sul sito di OBC Transeuropa sono già disponibili due approfondimenti, uno dedicato al minareto di Ziano di Fiemme, testimonianza inedita della presenza di soldati di religione musulmana di stanza in quel territorio, ed uno sul cimitero militare austro-ungarico di San Giacomo a Bolzano, dove trovarono sepoltura militari bosniaci, come avvenne in altri cimiteri del Trentino.