Camminando nella Grande Guerra | Sul Monte Stivo
Posto nelle retrovie del fronte austro-ungarico, il Monte Stivo non svolse un ruolo di prim’ordine nel corso della Grande Guerra, servendo soprattutto come osservatorio e postazione per l’artiglieria. Oltre ai resti del passaggio del conflitto, l’interesse di questo itinerario sta soprattutto nell’eccezionale panorama che regala. Ne parliamo nel nuovo articolo della rubrica “Camminando nella Grande Guerra” curato da Davide Leveghi per il Dolomiti in collaborazione con il Museo della Guerra di Rovereto.
Quello sul Monte Stivo è un itinerario d’interesse principalmente escursionistico. Non tanti, infatti, sono i manufatti della Grande Guerra in cui si incorre salendo verso la cima, ma è il panorama – mozzafiato – a raccontare la vastità del fronte, le posizioni in cui i due eserciti erano attestati, l’asprezza degli spazi in cui soldati dell’Impero e del Regno d’Italia si trovarono catapultati a combattere.
Prima di descrivere questo bellissimo percorso, è bene introdurre dei dettagli tecnici. Tale escursione è percorribile tutto l’anno – di inverno con l’attrezzatura adatta; non presenta particolari difficoltà tecniche, sebbene non manchino dei tratti un po’ erti. Al suo termine, in cima al Monte Stivo, c’è un rifugio, sulla cui apertura (anche invernale) vale la pena di consultare le informazioni del caso (349 3380173).
Non si tratta di un itinerario particolarmente lungo. Gli oltre 750 metri di dislivello che dividono malga Campo (1303 metri di quota) dalla cima (2058 metri di quota), necessitano di circa 4 ore (andata e ritorno). La salita, nondimeno, permette di godere in molti tratti di una vista eccezionale; non solo dalla cima, dove in una giornata limpida si può vedere il lago di Garda in tutta la sua interezza, ma anche durante il percorso.