Camminando nella Grande Guerra | Le donne trentine nella Grande Guerra
Nella Grande Guerra, le donne s’affacciarono per la prima volta in massa al mondo del lavoro, accelerando i processi di emancipazione. Ciò avvenne, in diverse modalità, anche in Trentino, dove il ritorno della pace portò però ad un ritorno al ruolo familiare e domestico. La storica Anna Pisetti (Museo della Guerra di Rovereto): “Furono le custodi della memoria delle comunità”.
“In piccolo, il Trentino offre la possibilità di vedere il forte impatto avuto dalla Grande Guerra sulla società femminile. Così come per i combattenti, anche per le donne vi fu una parcellizzazione delle esperienze che rende impossibile accomunarle in un’unica categoria”. La Grande Guerra fu, per l’universo femminile, un momento di centrale importanza. L’invio di milioni di uomini al fronte, infatti, portò chi per secoli aveva vissuto in una dimensione prettamente domestica e privata ad affacciarsi sullo spazio pubblico.
Fabbriche e campi, la cui produzione si indirizzò a sostegno dello sforzo bellico, ospitarono così centinaia di migliaia di donne, accelerando non poco i processi di emancipazione. In piccolo – e nonostante una grande frammentazione delle esperienze – ciò interessò anche il territorio trentino, trasformatosi a partire dal maggio del ’15 in scenario del conflitto. “Le esperienze nel conflitto delle donne trentine seguirono differenti traiettorie a seconda dello stato civile, della geografia o del ceto sociale. La guerra fu vissuta in maniera diversa, ad esempio, da una madre con figli rispetto ad una giovane nubile; così come diversa fu l’esperienza di una donna trasferita un un campo profughi, in un villaggio della Boemia o rimasta sul territorio trentino, militarizzato e a ridosso del fronte”, spiega Anna Pisetti del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.