Una “regione fortezza”: fra difesa e attacco, la guerra dei forti in Trentino
Nel nuovo approfondimento della rubrica “Camminando nella Grande Guerra”, tenuta da il Dolomiti in collaborazione con il Museo della Guerra di Rovereto, Nicola Fontana, responsabile dell’archivio storico del Museo, ci accompagna alla scoperta delle opere fortificate e della guerra dei forti in Trentino.
Al centro di progetti vecchi quasi un secolo, all’alba della Grande Guerra il territorio tirolese era difeso da una delle cinture fortificate più imponenti d’Europa. Il conflitto, nondimeno, finì per rilevarne le problematicità: se alcuni forti, infatti, si dimostrarono efficaci non solo nella difesa ma anche nell’attacco condotto dalle truppe austro-ungariche contro quelle regie, dall’altra ve ne furono alcuni chiaramente inadatti a quel nuovo tipo di scontro.
Nel maggio 1915, allo scoppio del conflitto italo-austriaco, il fronte trentino era caratterizzato dalla presenza di 99 “opere permanenti”, equamente distribuite fra i due contendenti (Diego Leoni, La guerra verticale). Tutto ciò non era che il frutto di un alacre lavoro, cominciato ben prima della definitiva rottura della Triplice Alleanza. “L’idea di trasformare il Tirolo in una ‘regione fortezza’ a difesa dei confini dell’Impero nacque già in epoca napoleonica, fra il 1801 e il 1805”, spiega Nicola Fontana, storico e archivista del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e autore del volume La regione fortezza. Il sistema fortificato del Tirolo: pianificazione, cantieri e militarizzazione del territorio da Francesco I alla Grande Guerra (scopri come acquistare il libro).