Camminando nella Grande Guerra | Monte Maggio
In un luogo reso celebre dalle aspre battaglie della Grande Guerra, non mancano le testimonianze ingombranti di altri conflitti che hanno segnato il ‘900. Da Malga Zonta, in cui i nazisti fucilarono dei partigiani, all’ex base Nato di Passo Coe, tante sono le storie che si intrecciano, fra bellissime cime e la vista sulla pianura veneta. Ecco l’ultimo episodio di “Camminando nella Grande Guerra”, rubrica in collaborazione con il Museo della Guerra di Rovereto
A Passo Coe, fra l’altopiano di Folgaria e le Prealpi vicentine, non si può dire che non si respiri la storia del ‘900. Oltre ai resti del passaggio del primo conflitto mondiale, infatti, altre testimonianze documentano in maniera ingombrante la storia e la memoria delle altre due guerre che hanno segnato il “secolo breve”: una “calda” e tragicamente combattuta, l’altra “fredda” e minacciata (quantomeno in Europa, divisa da una “cortina” lunga migliaia di chilometri).
Teatro di alcuni fra gli scontri più aspri della Grande Guerra in Trentino, l’altopiano di Folgaria ospita diversi itinerari dedicati al conflitto italo-austriaco, itinerari che fra costruzioni militari e imponenti fortificazioni (QUI un approfondimento) mostrano quanto la guerra abbia profondamente trasformato il paesaggio. Dopo gli articoli dedicati a Forte Dosso delle Somme (QUI l’articolo) e a Forte Cherle, la rubrica “Camminando nella Grande Guerra”, alla scoperta con Il Dolomiti e il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto dei percorsi della Prima guerra mondiale in Trentino, prosegue con il Monte Maggio.
Itinerario facile e adatto a tutti, quello che da Passo Coe (1610 metri) sale fino al monte Maggio (1853 metri) non presenta alcuna difficoltà tecnica e permette di immergersi nella natura e nei panoramici paesaggi della zona. In tre ore di cammino, dall’estate all’autunno, appassionati di trekking o di storia possono immergersi in un ambiente esemplare di come l’attività umana, e nello specifico quella bellica, impatti sulla natura.
Qui, proprio sul crinale del monte Maggio, passava infatti quel confine tra Impero d’Austria e Ungheria e Regno d’Italia superato dalle truppe italiane il 24 maggio 1915. Con l’attacco predisposto dal comando italiano attraverso un battente tiro d’artiglieria dalle postazioni del monte Toraro e di Campomolon, cominciava infatti una stagione destinata a rendere la zona una delle più contese fra gli schieramenti in campo.