La quieta Val di Fiemme ricorda la Prima guerra mondiale
Esattamente un secolo fa, la Val di Fiemme guardava con preoccupazione alla guerra che si faceva sempre più vicina: se fino ad allora il conflitto si era svolto prevalentemente sui lontani campi di battaglia della Galizia, con l’entrata in guerra dell’Italia a fianco dell’Intesa si avvicinò in maniera tangibile alle porte di casa, diventando un pericolo concreto che rischiava di travolgere inesorabilmente la vita della valle e dei suoi abitanti.
Dopo la prima mostra dedicata allo scoppio della guerra, Villa Flora a Ziano di Fiemme, ospita dal 12 luglio al 20 settembre 2015 l’esposizione “La tempesta alle porte di casa, Tirolo 1915” dedicata all’apertura del nuovo fronte sull’arco alpino, dallo Stelvio al mare Adriatico. Emblematica l’immagine scelta per la locandina, foto della collezione di Walter Zorzi, la quale ritrae un soldato che scruta il fronte del Lagorai dal tetto di Forte Dossaccio.
Ad arricchire la mostra un prestigioso cimelio storico, che rimarrà in esposizione nel giardino di Villa Flora grazie a una convenzione di prestito temporaneo tra il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e il Comune di Ziano di Fiemme. Il cannone 15 cm Schwere Feldhaubitze M. 14/16, indicato nella nomenclatura italiana come Obice da 149/13, fu costruito per l’Imperial Regio Esercito Austro-Ungarico dalla Skoda, negli stabilimenti di Pilsen e Gyor, tra il 1914 e il 1918, per una produzione complessiva di circa mille pezzi. Operò per tutta la Prima Guerra Mondiale con l’Austria-Ungheria, mentre in seguito fu utilizzato da un certo numero di eserciti dell’Europa centrale e Balcanica e dal Regio Esercito Italiano nelle unità di artiglieria di corpo d’armata. All’esterno sventola una bandiera dell’Impero Asburgico, issata su un pennone realizzato da Ermanno Deflorian e Isacco Zorzi.
Nelle cantine della villa è stata ricostruita una trincea, con ricovero in baracca, posta a difesa di una forcella su un crinale del Lagorai. Ambientata in uno scenario simile a quelli che ancor oggi, nei fruitori delle nostre montagne, riescono a suscitare sensazioni tristemente emozionanti, essa permette di percepire il drammatico mondo dei soldati impegnati ad alta quota in entrambi gli schieramenti. La trincea è realizzata dall’artista Marcella Dagostin, mentre la baracca è stata ricostruita grazie alla concessione del legname da parte della Magnifica Comunità di Fiemme e al prezioso lavoro di Gianni Vanzetta e Francesco Vanzo.