Il progetto
Il progetto è stato selezionato all’interno del bando indetto da Euregio per l’Anno dei Musei 2021, che richiedeva di sviluppare una proposta sul tema trasporti-transito-mobilità  che prevedesse una collaborazione tra i musei di Trentino, Alto Adige e Sud-Tirolo. La sfida è stata colta con una proposta coordinata dal Museo della Guerra di Rovereto che coinvolge altre sei istituzioni culturali – MAG Museo Alto Garda, Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, Associazione culturale Forte delle Benne, Osservatorio Balcani, Caucaso e Transeuropa, Touriseum di Merano, Centro Visite Tre Cime di Dobbiaco – , due istituti universitari con l’Istituto di Storia ed Etnologia Europea dell’Università di Innsbruck e il Dipartimento di Economia e Management dell’ateneo di Trento e un ente turistico, il Dolomiti Future Lab di Apt Dolomiti Paganella.
Da sempre i conflitti rappresentano momenti di rottura radicale con un forte impatto sulla società ; tuttavia possono diventare anche fucine di innovazione tecnologica e di sviluppo di conoscenze con ricadute positive utili anche in tempo di pace. La Prima guerra mondiale ne è stata un esempio: le necessità logistiche di una guerra combattuta in montagna, anche in alta quota, produssero un’accelerazione tecnologica senza precedenti nel territorio del Tirolo storico con grandi innovazioni tecniche nel settore della mobilità . Il progetto “Connessioni montane. Viaggio dalla guerra al turismo” si è proposto di indagare proprio quei cambiamenti dal punto di vista della produzione industriale, ma anche dell’impatto sul paesaggio montano e sulla vita delle comunità .
Un unico tema dunque, che è stato declinato in modi diversi nei sette allestimenti previsti, con peculiarità legate ai singoli territori e alcuni tratti comuni a partire dagli oggetti e dai documenti esposti, tutti provenienti dalle collezioni del Museo della Guerra di Rovereto. In mostra sono stati esposti dunque tabelle di confine, argani di teleferica, apparati telegrafici, esploditori e martelli pneumatici, giubbe di addetti alla logistica e servizi, oggetti di vita quotidiana realizzati da prigionieri di guerra, largamente impiegati per l’infrastrutturazione del territorio, ma anche documenti e immagini storiche provenienti dagli archivi, come mappe geografiche, manifesti e cartoline turistiche, documentazione d’archivio e materiale video.
Al progetto si lega anche un lavoro di ricerca dedicato al ruolo dei prigionieri nella costruzione delle infrastrutture militari realizzato con Osservatorio Balcani e Caucaso, Associazione Centro Astalli Trento Onlus e Fondazione Edmund Mach, sostenuto da un bando della Fondazione Caritro.
