La città del Museo
A Rovereto si concentrano alcune importanti istituzioni culturali nate negli anni Venti.
Il Museo Storico Italiano della Guerra, uno dei principali musei italiani dedicati alla Prima guerra mondiale, espone oggetti, documenti e cimeli, promuove mostre e ricerche e ha una vivace attività in campo educativo.
La Campana dei Caduti venne realizzata nel 1924 col bronzo dei cannoni offerti dalle nazioni che avevano partecipato al primo conflitto mondiale. Venne fusa a Trento, battezzata col nome di “Maria Dolens” e inaugurata il 4 ottobre 1925 sul Castello di Rovereto. Ideata da don Antonio Rossaro (1883-1952), sacerdote roveretano e irredentista, la Campana divenne rapidamente una delle più efficaci e intense icone della memoria pubblica.
La Campana venne rifusa nel 1939 e nel 1964; nel 1965 fu collocata sul Colle di Miravalle a Rovereto.
È la più grande Campana del mondo che suoni a distesa. Il fregio è opera dello scultore Stefano Zuech.
Tra il 1922 e il 1927 furono trasferiti sul dosso di Casteldante i cimiteri di guerra delle montagne della Vallagarina.
Quando il fascismo volle edificare grandi spazi monumentali in cui celebrare la “religione della patria”, il cimitero venne trasformato nel Sacrario militare di Rovereto.
Costruito tra il 1933 e il 1936 su progetto dell’architetto Fernando Biscaccianti e inaugurato nel 1938, racchiude le salme di 20.279 caduti italiani e austro-ungarici. Al piano superiore si trovano un altare, una Via crucis e le tombe degli irredentisti roveretani Damiano Chiesa e Fabio Filzi. Al piano inferiore è collocato il busto marmoreo del maresciallo d’Italia Gugliemo Pecori Giraldi e una lapide a ricordo delle medaglie d’oro della Legione Trentina. I loculi con i nomi dei caduti sono distribuiti sulle pareti del sacrario.
All’esterno sono visibili un tratto di trincea costruita nel dicembre 1915 da reparti della Brigata Mantova, piccoli monumenti commemorativi e alcuni pezzi d’artiglieria.