Il progetto “La memoria della Prima Guerra Mondiale attraverso le fonti geostoriche” è condotto dal Centro Geo-Cartografico di Studio e Documentazione dell’Università di Trento in collaborazione con il Museo Storico Italiano della Guerra e con il sostegno della Cassa Rurale Alto Garda Rovereto.
La prima parte del progetto, volta allo studio e alla valorizzazione dei plastici militari conservati dal Museo, è un tassello della più ampia collaborazione scientifica che vede coinvolti il GeCo e il Museo della Guerra, al servizio della ricerca e del territorio già da diversi anni. L’attività di studio ha avuto diversi obiettivi: oltre alla produzione di saggi di rilevanza scientifica internazionale sul tema della fotogrammetria e del rilievo, il progetto ha consentito di rendere disponibili alcuni modelli digitali 3D dei plastici conservati nei depositi del Museo, per essere utilizzati in progetti di accessibilità cognitiva e sensoriale alle collezioni. È in fase di valutazione infatti la possibilità di realizzare delle copie dei plastici con stampante 3D per metterli a disposizione del pubblico, rendendo accessibile un patrimonio altrimenti conservato nei depositi.
Oltre alle attività di produzione e analisi scientifica – si vedano ad esempio il saggio “Tutelare e valorizzare la cartografia storica militare della Grande Guerra: il fondo cartografico del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto” di Elena Dai Prà (Università degli Studi di Trento ) e Carolien Fornasari (Università degli Studi di Trento e Università degli Studi di Roma Tor Vergata) pubblicato sul Bollettino dell’Associazione Italiana di Cartografia oppure l’articolo “Accuracy Evaluation for Plan-Reliefs and Historical Maps Created during WWI in Northern Italy” di Matteo Bozzano, Domenico Sguerso, Paolo Zatelli, Davide Zendri e Angelo Besana pubblicato sull’ISPRS International Journal of Geo-Information – sono stati organizzati incontri pubblici di rilievo nazionale – come quello che ha visto protagonista il Gen. D. Pietro Tornabene, Comandante dell’Istituto Geografico Militare – e sono state attivate, con il supporto del Comune di Rovereto e del Ministero della Cultura, due borse di ricerca post-doc per svolgere le attività di analisi e inventariazione dei plastici e di due fondi cartografici.
L’attività svolta nell’ambito del progetto di rilevo dei plastici militari è stata affidata al dott. Matteo Bozzano, vincitore di una borsa di ricerca bandita dall’Università di Trento ad inizio 2023, e ha riguardato la sperimentazione e messa a punto di una metodologia per la realizzazione di modelli digitali 3D dei plastici militari e coloniali attualmente custoditi nei depositi museali, mediante tecniche fotogrammetriche e laser scanner, al fine di individuare nuovi strumenti a supporto delle pratiche di catalogazione, documentazione, comunicazione e valorizzazione di questo speciale patrimonio storico-iconografico.
Nell’ambito di un più ampio piano di catalogazione del corpus di plastici posseduto dal Museo (oltre 50 pezzi), i modelli dei quali sono stati effettuati i rilievi sono quelli relativi al massiccio del monte Pasubio, la zona del Corno di Vallarsa, del Col Rosso (sull’altopiano di Asiago) e di Przemysl (Polonia) relativi alla Prima guerra mondiale e due plastici legati alle vicende coloniali italiane in Africa, uno del forte di Macallè (Etiopia) ed uno della Porta di Tripoli (Libia).
Alla valorizzazione dei plastici presenti nelle collezioni del Museo, era già stato dedicato il saggio “Le collezioni di plastici del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto. Riflessioni su studio, schedatura e valorizzazione partendo dal modello del Monte Pasubio (1918)”, a cura di Davide Zendri e Valentina De Santi, disponibile qui.
Il coordinamento del progetto è stato svolto dal prof. Angelo Besana per il GeCo e dal dott. Davide Zendri, conservatore delle collezioni del Museo. La supervisione scientifico-tecnica era affidata al prof. Domenico Sguerso (Dipartimento di ingegneria civile, chimica e ambientale, Università di Genova) e al prof. Paolo Zatelli (Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica, Università di Trento).