Prigionieri di guerra, lavoro coatto e popolazione civile in Trentino 1915-1918: una ricognizione introduttiva.
a cura di Marco Abram
supplemento “Annali. Museo Storico Italiano della Guerra”, n. 28/2020
Rovereto, 2021
a cura di Marco Abram
supplemento “Annali. Museo Storico Italiano della Guerra”, n. 28/2020
Rovereto, 2021
Presentiamo un saggio di Marco Abram, storico e ricercatore presso Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, offre una riflessione sulla presenza e l’esperienza delle migliaia di prigionieri di guerra serbi e russi impiegati dall’esercito austro-ungarico sul fronte alpino come manodopera coatta nel corso della Prima guerra mondiale.
La loro vicenda ha inciso scarsamente nella memoria collettiva ed è stata scarsamente indagata a livello accademico, ma, come ha rilevato Abram, tracce di quelle vicende emergono nelle memorie autobiografiche, nei racconti dei testimoni così come nella toponomastica.
L’autore esplora l’impiego lavorativo coatto dei prigionieri di guerra, proponendo alcune riflessioni sulle dimensioni del fenomeno, sulle condizioni di vita e lavoro, sulle modalità di ingaggio e gestione.
I prigionieri serbi e russi vennero impiegati, nelle condizioni più estreme, in lavori che contribuirono a plasmare il paesaggio trentino: furono coinvolti nella costruzione di forti, trincee e infrastrutture (come le linee ferroviarie della val di Fiemme e della val Gardena, la strada della val Badia e tratti della strada della Valsugana), ma anche in faticosi traini, nel trasporto di materiali verso le postazioni di alta quota e nei lavori agricoli nei campi.
In secondo luogo, l’autore introduce il tema delle relazioni con quella parte di popolazione trentina che non dovette abbandonare le proprie case, individuando il Trentino quale laboratorio peculiare per approfondire il sistema di relazioni tra prigionieri di guerra e popolazione civile.
L’autore conclude il suo lavoro auspicando l’avvio di ulteriori ricerche sul tema e offrendo potenziali piste di indagine.
Il saggio di Marco Abram porta a conclusione il progetto “Gli ultimi della Grande Guerra: memoria in rete”, che ha portato alla realizzazione di una mostra fotografica, di attività con le scuole del territorio, di una “mappa interattiva” indicante la presenza e i luoghi di impiego dei prigionieri in Trentino, della mostra “Dietro il fronte. Il lavoro dei prigionieri serbi e russi e la militarizzazione del territorio trentino” allestita a Forte delle Benne (Levico) nell’ambito del progetto Connessioni montane Viaggio dalla guerra al turismo per l’Anno tematico dei Musei dell’Euregio.
Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Caritro, e promosso dal Museo Storico Italiano della Guerra in collaborazione con Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa e in partenariato con l’Associazione Culturale Forte delle Benne, la Fondazione Edmund Mach e l’Associazione Centro Astalli Trento Onlus.
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