Pubblicato l’importante volume “The Routledge History of the First World War”
È dedicato al fronte interno italiano durante la Prima Guerra mondiale il saggio firmato da Marco Mondini e Francesco Frizzera all’interno della prestigiosa pubblicazione “The Routledge History of the First World War”, curata da Paul R. Bartrop per la casa editrice inglese Routledge.
Il volume, che costituisce un’opera di riferimento per la studio della Prima Guerra Mondiale affronta in modo completo ma accessibile un’ampia gamma di temi, introducendo i lettori a nuovi filoni di ricerca in un’ottica multidisciplinare.
Questo libro si rivolge a studenti, ricercatori e lettori in generale interessati alla Prima Guerra Mondiale da diverse prospettive e aree di ricerca. Con un’introduzione accademica e 60 capitoli scritti da autori specializzati provenienti da 14 paesi diversi e da quattro continenti, il libro dimostra la natura globale e totale della guerra, esaminando i principali teatri di guerra, attraverso lo sguardo di combattenti e civili e analizzando aspetti sociali e ideologici.
Il saggio curato dallo storico Marco Mondini e Francesco Frizzera, Direttore del Museo Storico italiano della Guerra di Rovereto, è incentrato sull’esperienza italiana ed in particolare sulle vicende interne al Paese nel corso della guerra.
Unica tra le potenze europee, l’Italia dichiarò la propria neutralità e aspettò quasi un anno prima di scendere in campo. Il paese entrò in guerra lacerato da profonde rivalità sociali e politiche, contro la volontà della maggior parte della popolazione e della maggioranza parlamentare. Nel caso italiano, la guerra era ampiamente attesa nel maggio 1915, ma non c’era traccia di una “union sacrée”.
La mobilitazione della società, dell’industria e della cultura italiana per la guerra totale, di fronte alla diffusa indifferenza verso gli obiettivi bellici del paese, fu un’enorme sfida per lo stato liberale. La guerra modellò la società italiana in modo profondo: la Grande Guerra fu la prima grande esperienza collettiva degli italiani. La repressione del dissenso prevalse sulle iniziative di costruzione del consenso.
La carenza di cibo e le restrizioni economiche portarono a un significativo peggioramento delle condizioni di vita delle classi sociali più svantaggiate. L’esercito estese il controllo di polizia su una parte importante del territorio nazionale; il dibattito parlamentare era quasi inesistente. Inoltre, la crisi dei profughi nel 1916-1917 rese complessa la gestione del welfare.
Il Paese non raggiunse mai l’unità politica raggiunta dalle altre nazioni in guerra, favorendo così lo sviluppo delle fratture che avrebbero caratterizzato il Paese nel dopoguerra, nonostante la pace vittoriosa.
Il volume è reperibile online sul sito della casa editrice Routeledge.