Italiani nella Legione straniera in Indocina: l’appello del Museo per contribuire alla ricerca
Il Museo della Guerra di Rovereto lancia un appello per la raccolta di testimonianze relative all’esperienza dei legionari italiani, per contribuire ad un progetto di ricerca e ad una mostra che aprirà a maggio.
Il 7 maggio 1954, dopo quasi dieci anni di scontri feroci, la battaglia di Ðiện Biên Phủ sanciva la sconfitta della Francia in quella che fino ad allora era chiamata Indocina. Terminava così quella che i francesi chiamavano “la sale guerre”, ovvero “la sporca guerra”. Nel giorno del settantesimo anniversario di quei fatti, il 7 maggio 2024, il Museo della Guerra aprirà una mostra fotografica dedicata ad un particolare aspetto di quella vicenda, che vide protagonisti insieme ai francesi e a uomini di altre nazionalità, anche molti italiani.
“Il Vietnam dimenticato. Legionari italiani in Indocina 1946-1954” è il titolo della mostra che troverà spazio all’interno del Museo Storico Italiano della Guerra e che introduce al tema, molto complesso, della partecipazione italiana ad un conflitto che rientra tra le cosiddette “guerre di decolonizzazione”.
Gli italiani che combatterono nella Legione straniera francese in Indocina furono tra i 7 e i 10.000; circa 1.300 morirono in azione, per le ferite o per le malattie. Centinaia rimasero mutilati o riportarono traumi psicologici gravissimi; altri sopravvissero nei campi di prigionia.
La loro esperienza è stata a lungo rimossa dalla memoria storica del nostro Paese, ma il loro racconto, oltre a documentare uno dei conflitti che flagellò il Sud-Est asiatico, offre uno spaccato dell’Italia post-bellica e apre una riflessione sulla pervasività del fenomeno del “volontarismo” nei conflitti del Novecento.
In mostra saranno esposte immagini e materiali messi a disposizione da familiari dei legionari coinvolti nel conflitto. Numerose fotografie e testimonianze – che entreranno a far parte stabilmente del patrimonio conservato dal Museo – sono state raccolte dal giornalista Luca Fregona, da anni appassionato studioso della vicenda dei legionari italiani, alla quale ha dedicato alcune pubblicazioni. Insieme alle foto, che provengono da 14 diversi archivi personali e di famiglia, a documentare l’esperienza dei soldati volontari nella Legione straniera francese ci saranno testimonianze autobiografiche e alcuni oggetti e documenti provenienti dalle collezioni del Museo.
Considerato che non sono numerose le fonti materiali e documentarie a disposizione degli storici per ricostruire quelle vicende, il Museo della Guerra si rivolge a chiunque possieda oggetti, memorie, fotografie o altre testimonianze che possano contribuire all’esposizione o alla ricerca. La mostra, infatti, si inserisce in un più ampio progetto di ricerca dal titolo “Returning Foreign Fighters (ReFF). The Demobilisation of Italian Transnational War Volunteers, 1860s-1970s” condotto dall’Università di Trento insieme all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e all’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, con la collaborazione del Museo di Rovereto. L’unità di ricerca basata a Trento si occuperà nello specifico delle vicende dei legionari rimpatriati dopo le esperienze in Indocina e Algeria e i ricercatori incaricati avranno accesso ai materiali d’archivio conservati dal Museo. Chi ne fosse in possesso e fosse disponibile ad una collaborazione può segnalarlo all’archivio storico del Museo. Sarà possibile mettere a disposizione i materiali temporaneamente per lo studio o per l’esposizione, oppure depositarli o donarli al Museo, anche in forma anonima, per garantirne la conservazione e la valorizzazione. Per gli interessati è possibile rivolgersi all’indirizzo archivio@museodellaguerra.it.
La Legione straniera francese, nata nel 1831, venne impiegata nel XIX e XX secolo in vari scenari, soprattutto quando si preferiva evitare l’invio di truppe francesi “regolari”. Nelle colonie, in particolare, i legionari vennero impiegati con compiti di repressione. L’arruolamento volontario prevedeva un addestramento durissimo e richiedeva abnegazione e totale fedeltà al corpo, garantendo dopo la ferma, la cittadinanza francese e una nuova identità. Per questo fra le fila della Légion étrangère trovano rifugio anche molti uomini in fuga dalla povertà o dalla giustizia.
La guerra di Indocina, allora sotto controllo francese, prende avvio nel 1945 quando viene proclamata l’indipendenza del Vietnam sotto la guida politica di Ho Chi Minh, leader del movimento di liberazione Viet Minh. Gli scontri tra Viet Minh e francesi assumono da subito i contorni di una guerra feroce e spietata e vengono presto aggravati dalle contrapposizioni della Guerra fredda: nel 1950 i regimi comunisti di Mosca e Pechino riconoscono il governo di Ho Chi Minh, mentre gli Stati Uniti cominciano a supportare i francesi. A combattere questa guerra sono soprattutto soldati non francesi: vietnamiti collaborazionisti, senegalesi, nordafricani e migliaia di legionari italiani, tedeschi, belgi, spagnoli, polacchi, ungheresi. Il contingente italiano, nella legione straniera, era il più numeroso, dopo quello tedesco.
La mostra, che aprirà il 7 maggio a Rovereto, sarà realizzata con il supporto di Athesia Verlag e con il contributo di Provincia autonoma di Trento, Università degli studi di Trento, Comune di Rovereto.
Nella foto: Indocina. Soldati della legione straniera francese in perlustrazione, 1954 [Archivio Museo Guerra Rovereto]